Le mille risorse dell’introverso

Il tratto dell’introversione è stato molto spesso e per molto tempo visto in maniera negativa. Questo è dovuto anche al fatto che la definizione di introverso del senso comune si differenzi di molto da quella scientifica.

La connotazione data dal senso comune tende a pensare un introverso come una persona chiusa, difficilmente avvicinabile e poco accessibile.
La definizione scientifica riporta invece ad una preferenza per gli ambienti e le situazioni tranquille e il piacere di stare da soli.

Alle persone più introverse viene spesso rimproverato di essere troppo silenziose, calme, timide, quando invece, come possiamo evincere dalla definizione scientifica del termine, si tratta di preferenze su modo di approcciarsi e rapportarsi con il mondo esterno.

Nello specifico, lo psicologo Eysenck* ipotizzava che gli estroversi percepissero una minor quantità di stimoli, e credeva fosse questa la ragione per cui sono più portati a correre rischi e ricavano energia dalle interazioni sociali.
L’opposto ipotizzava per gli introversi, che sarebbero dunque facilmente stimolabili e avrebbero bisogno di un tempo da trascorrere in solitudine per recuperare le energie.

C’è una modalità migliore di approcciarsi al mondo esterno?

Meglio certamente accettarsi per come si è, e valorizzare ciò che siamo e le risorse di cui disponiamo, che nel caso delle persone introverse sono molte e preziose.

Sappiamo bene come non sia semplice stare da soli senza mai sentirsi soli: non è banale né scontato apprezzare la nostra stessa compagnia.
Essere empatici e riflessivi consente inoltre un contatto con gli altri più ricco e profondo, e di conseguenza permette di esperire le interazioni sociali in maniera più piena.

*Eysenck H.,

Dott.ssa Alessia Frasson